Nota del curatore

Autore: Riccardo Campa

da: Divenire 3, Introduzione ()

Il terzo volume di Divenire è dedicato interamente al futurismo. E non poteva essere altrimenti, considerando che quest’anno ricorre il centesimo anniversario della nascita di questo movimento culturale e che gli artisti e gli intellettuali futuristi possono a buon titolo essere riconosciuti come precursori del transumanesimo. Il culto della tecnologia, l’idea di uomo moltiplicato, la neofilia, l’esaltazione della giovinezza e della vitalità, la guerra all’invecchiamento e alla morte, la sfida alle stelle, il sogno di ricostruire l’universo, l’innovazione radicale degli ambienti e delle forme di comunicazione, lo spirito rivoluzionario e molti altri temi del futurismo sono presenti, seppur con terminologia diversa, anche nel transumanesimo contemporaneo.

Naturalmente, i futuristi si concentrarono maggiormente sulla letteratura, l’arte e la politica, mentre i transumanisti hanno un approccio al futuro più scientifico. Anche il contesto politico è cambiato e, dunque, la fascinazione dei futuristi italiani e russi per fascismo e bolscevismo va letta con le lenti relativistiche dello storico.

Una semplice sovrapposizione dei due movimenti non è possibile, ma le affinità sono evidenti. Al punto che, ribaltando la questione, il transumanesimo può costituire l’ambito intellettuale in cui il futurismo ha l’occasione di rigenerarsi e attualizzarsi, per non essere ridotto a mero evento storico. Questo è per lo meno il chiodo su cui battono quasi tutti i saggi e gli articoli inclusi in questo volume.

Dopo l’introduzione di Stefano Vaj, che indica nella rinascita del futurismo la chiave per il “ritorno sul promontorio dei secoli” delle attuali generazioni, per la sezione Attualità, abbiamo un lungo e intenso saggio del politologo di fama internazionale Guillaume Faye (“Futurismo e modernità”), che invita gli europei a ritrovare le proprie radici storiche nel paganesimo e a far proprio lo spirito futurista per tornare a costruire la propria storia. Chiudono la sezione due manifesti scritti in occasione delle celebrazioni del 20 febbraio scorso: il primo del celebre Graziano Cecchini, al secolo “Rosso Trevi”, e il secondo redatto dai futuristi Roberto Guerra e Alessio Brugnoli, entrambi intesi a marcare a fuoco le date 1909 e 2009.

Nella sezione Genealogia si trova un saggio del curatore Riccardo Campa (Il superuomo del futurismo. Tra immaginario tecnologico e socialismo rivoluzionario) che ricostruisce gli orientamenti politici del futurismo storico e stabilisce un legame genetico con il transumanesimo odierno; uno scritto di Adriano Scianca (L’uomo moltiplicato) che evidenzia l’anticipazione dell’idea di postumanità nel futurismo; e infine un’interessante articolo di Andrea Aguzzi sui legami genetici tra l’attuale musica elettronica ed industrial e le sperimentazioni di Balilla Pratella e Luigi Russolo nel primo Novecento (Il linguaggio musicale futurista).

In Futurologia si trova un articolo di Francesco Boco (Futurismo e fantascienza) volto a sottolineare il legame tra la cultura futurista e la letteratura dell’immaginario tecnologico. Si tratta di un contributo importante, perché la critica letteraria stenta a riconoscere questo legame. Segue un saggio di futurologia retrospettiva del poeta Roberto Guerra (Marinetti e il Duemila) che evidenzia tutta la attualità e la dimensione profetica del pensiero del fondatore.

In chiusura, come sempre, abbiamo le recensioni e gli inviti alla lettura della sezione Libreria. Qui, Mafalda Grandi (Futurismo, politica e Politica) esprime le sue impressioni a caldo sul libro La nostra sfida alle stelle dello storico Emilio Gentile, volto a ricostruire l’impegno e l’orientamento politico dei futuristi.